4° CONCORSO INTERNAZIONALE PER INTERIOR DESIGNER
“PROGETTO OSTELLO DI RIPOSO”
“…far parte di una struttura per anziani si perde il contatto con la realtà esterna in cui si è sempre vissuti, nonché la propria libertà di azione. Da qui l’idea di gestire gli spazi favorendo questa dimensione; molto spesso non si può uscire all’aria aperta, non solo per difficoltà motorie, ma anche banalmente per le brutte condizioni climatiche, e allora perché non vivere la casa di riposo come una città? Con le sue strade, i negozi, la piazza, il ristorante, la chiesa, invece di sentirsi imprigionati al suo interno? Ecco svilupparsi la suggestione: organizzare lo spazio come avviene in un vero e proprio centro abitato. Il corridoio è stato pertanto modellato come una strada che definisce piccole aree di sosta (spazi più intimi che favoriscono la privacy e la comunicazione poiché privi di quel brusio che connota i grandi saloni, nonché la sensazione di sentirsi come a casa) e permette il collegamento dei vari ambienti, che sagomati come nella realtà, offrono uno skyline ricco di suggestioni.
Lavorando su queste tematiche è scaturita l’idea di offrire quei servizi indispensabili, vendendoli però come “opportunità”. E allora la sala da pranzo diventa il piacere di recarsi al ristorante, il locale pluriuso il lusso di potersi ancora permettere il parrucchiere, e perché no, la biblioteca, la chiesa, passeggiando per la strada interna sulla quale si affacciano vetrine e…”
Il progetto nasce da considerazioni di ordine generale quali: la volontà di dare a tutta l’area un carattere di unitarietà, seppure con varie articolazioni delle quote del terreno e con la costruzione di variegati paesaggi, provare a sistemare l’intera area con la maggiore quantità possibile di verde, rendere gli edifici complementari ed integrati alle sistemazioni a verde.
Il terreno, partendo da via Ugo Piccinini, si divide in cinque ‘faglie’, cinque lingue di terreno che si innalzano leggermente, variamente interagendo con gli edifici di progetto; i passi delle ‘faglie’ sono suggeriti dalla rigida organizzazione della adiacente caserma. Al di sotto del piano del comparto A vi è il parcheggio interrato; il tetto dello stesso, sistemato a verde, è già parco.
Nel Comparto B prende forma il parco urbano, organizzato in due parti tra loro complementari, per animare il paesaggio e non renderlo mai banale: una parte, quella divisa in ‘faglie’, più urbana e più disegnata e l’altra, nel cuore dell’isolato, dalle sembianze più naturali e fitta di alberi: il bosco. In questa zona del parco si è pensato di far riaffiorare il fosso di San Giuliano, formalizzandosi in una teoria di vasche d’acqua a sfioro.
Il teatro, che si interseca con una delle ‘faglie’ del progetto diventandone testata, è pensato come un ampio contenitore, quasi una scatola, che contiene vari ‘oggetti’, dotati di una propria autonomia formale e funzionale. Nel nord dell’area si prevede la demolizione del complesso conventuale, prevista per conformare i nuovi edifici in maniera funzionale al progetto: gli edifici del complesso fanno da testata ad una delle ‘faglie’, che ne costituisce anche la copertura verde.
Tutti gli edifici hanno una immagine esterna il più possibile unitaria, determinata dall’uso degli stessi materiali, d’altra parte la combinazione variegata di tali materiali e delle forme degli elementi costitutivi permette di dare ad ogni edificio la propria specificità. Gli edifici, essendo prevalentemente rivestiti con i profilati di vetro, sono pensati come grandi corpi illuminanti degli spazi del parco che a loro si riferiscono.
Le due opere d’arte a memoria delle vittime del sisma del 6 Aprile 2009, sono state pensate profondamente diverse tra di loro: una è ‘estensiva’, vi sono 309 (il numero delle vittime del sisma) steli cilindriche con altezze variabili, riunite in tre cerchi di ampio raggio e non concentrici e distribuite in maniera casuale; l’altra invece è costituita da un monolite squadrato di pietra, variamente rotto e ricostruito mediante tiranti e piastre di acciaio corten, in questo caso la memoria riporta alla non tanto lontana zona rossa del centro storico della città.